giovedì 5 maggio 2011

OTTORINO DE LUCCHI - GALLERIA D'ARTE STUDIO 10

Comunicato Stampa


 OTTORINO DE LUCCHI
"Il sottile fascino del quotidiano"

Il giorno 08 maggio 2011 ore 17,00

presso la Chiesa di Santa Maria Annunciata di San Martino dall'Argine (MN)
La Galleria d'arte moderna "Studio 10" è lieta di invitarVi alla presentazione della
mostra personale dell'artista

Presentazione critica di Giuliano Pisani

Nel panorama dell’arte contemporanea, un artista che dipinge soggetti inanimati, fiori, frutta, ortaggi, con un’attenzione maniacale al dettaglio, all’atmosfera, ai giochi di luce e di colore, sembra appartenere a un passato lontano, fuori moda e fuori gusto. Come se componesse poesia in terzine dantesche o in ottave ariostesche. Non è uno sperimentatore, non è nemmeno un provocatore. Magari è bravo, ma che cosa può comunicarci, oggi, un figurativo? Proviamo a rovesciare questo luogo comune e semplicemente non vero. Partiamo da una premessa: siamo sicuri che un’opera figurativa del passato si possa cogliere con maggiore facilità di un quadro astratto? Senza un’adeguata preparazione culturale se ne coglie al massimo il riflesso esterno. Ciò vale per la Gioconda come per la Cappella degli Scrovegni, per la Tempesta di Giorgione come per il san Gerolamo di Antonello da Messina. Calma dunque. E ragioniamo. La ricerca di Ottorino De Lucchi muove da un’osservazione rispettosa di quella che un tempo si chiamava la natura delle cose. Delle cose, appunto. E pare dire a noi tutti che abbiamo perso l’abitudine di guardare e considerare le piccole cose di ogni giorno, che non sappiamo più coglierne le peculiarità, che abbiamo perduto la capacità di stupirci di fronte alla perfezione di una mela o di una melagrana. Bastasse questo, ci avrebbe già comunicato molto, avrebbe stimolato in noi una fertile riflessione. 
La natura parlava in passato con diversi linguaggi, quello realistico e quello simbolico. Un frutto non si esauriva nel suo sapore o nella sua forma, ma rappresentava l’opera creatrice di Dio ed era portatore di più significati, palesi e riposti, realistici e simbolici. L’allegoria della Caritas dipinta da Giotto nella Cappella degli Scrovegni ne è un esempio perfetto. La donna regge nella destra un canestro con spighe di grano, boccioli di rose, melagrane aperte e chiuse, fiori di melagrana, una castagna con il riccio, una noce. Una meravigliosa natura morta, hanno detto molti critici. Senza accorgersi, o capire, che per la tradizione cristiana sono tutti simboli della passione e morte di Gesù: la spiga di grano evoca l’eucarestia (con la sua farina si forma la particola, l’ostia sacra della Comunione), la rosa richiama le spine della corona posta sul capo di Cristo; la melagrana rappresenta la Chiesa, che sotto la stessa fede riunisce popoli profondamente diversi per cultura e tradizione (i chicchi separati eppure uniti), mentre il taglio rosso della melagrana aperta rappresenta il sangue di Cristo, il suo Amore misericordioso. La castagna avvolta dal riccio simboleggia il frutto della passione, la virtù nascosta circondata dalle spine che non riescono a intaccarne la dolcezza (le vie misteriose della Provvidenza divina che si attua, come nel caso di Cristo, attraverso le sofferenze e l’effimera vittoria della morte), mentre la noce rappresenta il frutto dell’albero da cui è tratto il legno della croce. L’uomo d’oggi ha perduto la dimensione del sacro, non sente di vivere immerso in una storia che viene da lontano, in un universo dove tutto ha un ruolo e un senso, dove anche lui è parte di questo tutto. La sacralità delle cose è estranea alla mentalità corrente. Si è più portati a credere alla magia o un soprannaturale effimero. L’aggettivo magico ha preso il sopravvento su sacro. ma ha perso anche la dimensione della bellezza. Eppure esiste e si vede un ordine perfetto, un kosmos, che è ordine, universo e bellezza insieme. La bellezza è ordine e vita, e non l’effimero riscontro che appaga i sensi, “E fea quell’isole feconde col suo primo sorriso”, dice Foscolo di Venere, dea della bellezza, che con la sua luce affolla di vita le isole dell’Egeo. La bellezza non è solo una questione di forme, colori ed equilibri compositivi. C’è una bellezza intrinseca nelle cose, anche in quelle esteticamente non codificate. Un pezzo di pane può non essere bello in sé, non rientrare in qualche canone estetico, ma può diventare bello per i suoi valori simbolici, laici o religiosi. L’obiettivo concettuale di Ottorino De Lucchi, la cifra della sua vocazione è proporre cose e oggetti comuni da un punto di vista artistico, per rendere apprezzabile ed esteticamente godibile ciò che appare comune e persino insignificante. Propone i suoi soggetti decontestualizzati da un qualsiasi ambiente, colti in sé, puri al punto che con loro c’è solo un fondo nero. C’è una religiosità nella cura riservata a queste umili creature, un’emozione che arriva fino a noi se andiamo al di là delle cose e cogliamo il messaggio che l’artista ci vuol dare.

Inaugurazione domenica 8 maggio 2011 ore 17.00
San Martino dall’Argine (Mn), Chiesa di Santa Maria Annunciata
Ottorino de Lucchi "Il sottile fascino del quotidiano"
Sarà presente l'artista.
Presentazione critica a cura di Giuliano Pisani. Catalogo in mostra
Apertura sino al 30 maggio 2011.
Orari:
dal giovedì al sabato dalle ore 16.00 alle ore 19.30; 
domenica e festivi dalle ore 10.30 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.30, 
il venerdi sera dalle 21.00 alle 23.00 in occasione del mercatino.
Organizzazione: 
Galleria d’arte moderna STUDIO 10, via Garibaldi, 1 San Martino dall’Argine (Mn)
Info: tel: 0376-919360, cel: 339-2069027, mailto:galleriastudio10@tele2.it

Nessun commento: