martedì 7 settembre 2010

Gabriele Boetto

Il percorso di studi di Gabriele Boetto termina nel marzo del 2009 con la discussione della tesi "Osservando Picasso incisore" avvente come relatore Franco Fanelli, docente di grafica, tecniche dell'incisione e storia della gafica all'Accademi Albertina di Torino e vicedirettore de "Il Giornale dell'arte".
Da diversi anni si assite periodicamente ad un annunciato "ritorno alla pittura", in parte come reazione all'accademismo concettuale ed in parte come risposta al mercato che riconosce nel quadro dipinto un oggetto più funzionale al consumo artistico rispetto ad un'installazione o ad una performance.
In verità "il ritorno alla pittura" in questi termini è un terribile malinteso, che diventa evidente quando ci si imbatte in artisti che fanno della pratica pittorica una ricerca assidua. E' il caso di Gabriele Boetto, nel cui lavoro si intuisce il possibile approdo ad una pittura classica, non certo negli esiti formali più esteriori, quanto piuttosto nel superamento di categorie che la pittura intesa nella sua accezione più autentica semplicemente non comprende. Ecco spiegato il rifiuto di un'impalcatura concettuale come sostegno di una pittura addomesticata, che attinge il più delle volte ad un repertorio iconografico appiattito sull'immagine pubblicitaria o televisiva, e perciò rassicurante e digeribile da chiunque. A questa omologazione concettualizzata, Boetto oppone la consapevole visione di una pittura che, in quanto linguaggio autonomo, è intrinsecamente concettuale. In questo senso, non c'è nel suo lavoro la minima ricerca artigianale. La dimensione artigianale appartiene semmai a chi usa la pittura per veicola significati che potrebbero essere efficacemente espressi con altri mezzi, ma che la manualità in qualche modo impreziosisce. Con queste premess, possiamo comprendere meglio la ricerca, che traspare con evidenza nei quadri di Boetto, di un dialogo con artisti storici, come Sironi e Picasso. Un dialogo inteso non come recupero "archeologico" ma come necessità di confronto, non solo sul piano formale ma anche sul significato stesso dell'atto pittorico.
Alberto Goglio

Gabriele Boetto è stato premiato alla recente Biennale d'arte contemporanea di San Martino dall'Argine(evento alla memoria di Gianluigi Troletti)  svoltasi presso la chiesa di S. Maria Annunciata del Comune mantovano. Tale riconoscimento gli è valso inoltre la possibilità di esporre le proprie opere in una personale che si apre il 7 settembre e fino al 26 presso il Museo Virgiliano nel Comune di Virgilio di Mantova.


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