giovedì 23 settembre 2010

Roberto Rampinelli

Sintesi critica
Qualsiasi criterio si configura come strumento fabbricato dall'uomo e non calato dal cielo: ne possono esistere di più o meno raffinati, di più o meno pertinenti, ma sempre di strumenti provvisori si tratta. Uno di questi, che al momento - e limitatamente ad un punto di vista - pare più di altri affidabile, ci è fornito da un concetto che riguarda parte della galassia semantica del verbo decidere e del suo sostantivo, decisione.
Se, in prima istanza, questa scelta può suscitare sorpresa rispetto all'opera di Roberto Rampinelli, ad una riflessione più attenta è possibile scoprire che essa si abilita a indagare alcuni aspetti influenti dell'opera che tematizza questa breve riflessione.
Il decidere non è mai gesto scontato e mai definitivamente riconducibile a una forma che avalli ciò che al momento si auspica: l'aleatorio è sempre in agguato e l'eterogenesi dei fini rende vana la ricerca di una rassicurante falsariga, che si ponga - a mo' di alveo naturale - a garanzia del pacifico prodursi degli esiti. Tra i molteplici significati, propri di questo termine impegnativo, due più di altri paiono manifestare una dinamica che li relaziona secondo un inquieto legame, in virtù del quale emerge qualcosa che non è tanto ascrivibile all'ordine del significato, quanto all'ordine del senso.
 Quando due dei momenti strutturanti la 'decisione' - la risoluzione connessa alla scelta e la separazione immanente al decidere - entrano in 'dialogo', può accadere qualcosa che, nella sua forma più rimarchevole e più inspiegabile, richiama le battute iniziali di La linea d'ombra di Conrad: "Questa non è la storia di un matrimonio. Non mi capitò così brutta. Il mio atto, pur avventato, ebbe piuttosto carattere di divorzio - quasi di diserzione. Senza alcun motivo di cui una persona ragionevole potesse rendersi conto abbandonai il mio lavoro - lasciai il mio posto - me ne andai dalla nave di cui al peggio si poteva dire che era un piroscafo e quindi, forse, non meritevole della cieca fedeltà che.. .". È noto che la decisione presa dal giovane ufficiale di marina non lo porterà a una carriera in terraferma come aveva progettato, ma - hors programme - a comandare una nave destinata a diventare oggetto allegorico, 'contenitore' di fragilità. Spazio di disperazione che vede distanziarsi sempre più il compimento del viaggio.
Ma l'approdo viene infine raggiunto - i naviganti allo stremo -; e questo segnerà l'indispensabilità della lotta per superare la prova come pedagogia della rinascita. La lotta, quando fa capo al senso, non è fonte di appassimento del corpo, fabbrica di relitti; ma è condizione di giovinezza. Giovinezza che permane soltanto quando entra in gioco un'arte: la consapevolezza che i travagli vanno affrontati, e che ci si deve fare strateghi per poterli affrontare. Soltanto così, ogni approdo si sottrae al déjà vu, e si fa sempre nuovo approdo.
Perché la scrittura di Conrad può aiutarci a comprendere meglio alcuni aspetti peculiari dell'opera di Roberto Rampinelli? Per quale motivo, in Conrad .come in Rampinelli, la decisione assume il ruolo di un possibile snodo orientativo per la leggibilità dell'opera?
Il risolversi a ... connesso al separarsi da ... non sono gesti riducibili all'inanità del vacuo e alla bizzarria del capriccio: non si prendono decisioni nell'ordine del senso facendosi condurre dal sussulto precipitoso, dall'accecante immediatezza dell'abbaglio. Pur nella consapevolezza che qualsiasi decisione, anche la più ponderata, può anche non rendersi garante - come mostra Conrad sin dalle primissime righe del suo libro -, diventa vitale pronunciare un no; che è un no al laisser-faire, all'acritico accomodamento quotidiano, a una visione del mondo unidirezionata; in sostanza, a quel neghittoso tenersi lontani dal 'viaggio' che, se da un lato, cautela dal rischio di 'mettersi in gioco', dall'altro, corre inconsapevole verso la bonaccia drammaticamente indicata da vele prive di quel respiro che fa nascere le cose. Il fatto è che per conoscere - e per conoscersi - occorre decidere di rischiare; e il rischiare in vista del senso non è una qualsiasi decisione pomeridiana, ma è la decisione.
Il tratto infantile che caratterizza buona parte del nostro modo di vivere è dato dalla perdita della capacità di decidere: si scambia per decisione l'improvvisare lì per lì, l'assecondare di getto il capriccio, il credere che sia possibile diventare pratici del mondo con precipitosa bramosia, quella stessa che priva le cose della loro essenza.
Da qui la necessità di compiere un salutare passo indietro per indagare i nostri modi di vedere e di costruire la realtà, per evitare di ridurre tutto a 'cosa'. E proprio questo pare voler dire la pittura di Rampinelli, o almeno un côté rilevante del suo non semplice discorso. Il decidere per Rampinelli è il risolversi a tracciare i camminamenti secondo i suoi passi, senza andare per sentieri che fanno parte di un ormai consolidato repertorio cartografico. Tutto è reale nella sua pittura, ma nulla rimanda al realismo, alla concretezza di elementi rinvenibili nella fisicità del quotidiano. 
 L’opera nasce da un decidere, che porta a camminare sull'impalpabilità di un filo. Esile legame che può anche indurre in equivoco l'osservatore: il vedere affrettato e troppo voglioso di trovare referenti disancora dal quadro e porta all'esterno, a vagare in cerca di somiglianze che nulla hanno a che vedere con il discorso che si articola nell'opera. Ma a un più attento guardare, esiste qualcosa all'interno dei quadri di Rampinelli che segnala come gli oggetti presenti non abbiano consistenza, se non come oggetti linguistici. Lo sguardo non frettoloso - quello che decide di compiere il 'passo indietro', di non cercare somiglianze esterne - viene soccorso dalla natura dei contesti presenti nei quadri di Rampinelli: vere e proprie grammatiche rivelative del percorso, 'macchine' contestuali che fungono da 'contenitori' non passivi, dal momento che dialogano con gli 'oggetti' che l'artista ha sentito necessario collocare lì, a soddisfare le sue esigenze discorsive di natura poetico-allegorica. Nell'opera di Rampinelli la costruzione di contesti assume le fattezze di un"ambientazione' del tutto svincolata da quello che logica esperienziale vorrebbe. Se non in rarissimi casi - da indagare con altre curvature di discorso - gli 'sfondi' o i piani sui quali poggiano gli 'oggetti' non sono mai individuabili nello studiato aspetto mimetico del paesaggio, o nella domestica conformazione di un ripiano A ben guardare, sono macchie; macchie discorsive che dicono altro e destinate ad altro.
Ma se l'oggetto fosse dipinto con intenzioni naturalistiche, potrebbe forse avere qualche margine di credibilità nel poggiare sul 'nulla' di una macchia di colore?
In realtà, una macchia svela la sua natura di elemento di linguaggio; motivo per cui, per coerenza di senso, anche l'oggetto viene ad assumere la consistenza ponderale della 'parola'.
A questo punto, diventa illuminante adottare e adattare una riflessione di Jean Ricardou, per dire che l'esprimersi di Rampinelli non viene a configurarsi come pittura di una narrazione, ma come narrazione di una pittura.
Giuseppe Ardrizzo


 Biografia ed esposizioni


Rampinelli è nato a Bergamo, vive e lavora tra Milano, Urbino e Amer (Catalogna - Spagna).
Ha frequentato la Scuola Superiore d'Arte del Castello Sforzesco di Milano e i Corsi Internazionali di Tecnica dell'InCisione di Urbino, sotto la guida di Carlo Ceci per la litografia e di Renato Bruscaglia per l'incisione.

MOSTRE

1997
Arte Fiera - Bologna
Galleria Forni- Bologna
Masserinl Arte - Bergamo
111 Biennale Nazionale dell'Incisione - Acqui Terme
Galleria Stefano Forni - Bologna
111 Biennale Grafica Nazionale dell'Incisione "Città di Castelleone"
V Biennale d'Arte "Città di Cremona"
"Estampa" - Madrid (Spagna)
Esteban D - Tarragona (Spagna)

1998
"Omaggio a Walter Lazzaro", Galleria Corsi - Milano
PiÙ vero del vero: Iconografie della mente - Calcio (Bergamo) Gallena
Stefano Forni - Bologna
Arte Fiera - Bologna
Contemporary Art Centre - Utrecht (Olanda)
Libreria Bocca - Milano
"Collettiva Nazionale" - Mole Vanvitelliana - Ancona
Stamperia G.F. - Urbino

1999
Galleria Forni - Milano
Mari Arte Contemporanea - Imbersago (Lecco)
"Memorie" Palazzo Pisani-Moretta - Venezia 1999
Arte Fiera - Bologna
Galleria Forni - Milano
Libreria Bocca - Milano
Contemporary Art Center - Utrecht (Olanda)
1979-1999 vent'anni "per" Urbino - Casa natale di Raffaello - Urbino "Un segno lungo un secolo" Fondazione Repossi - Brescia 2000
Galleria Ducale - Vigevano
Galleria Sal amo n - Milano
Premio "Donato Frisia" - Merate
Galleria Studio IO, S. Martino d'Argine - Mantova Premio "Leonardo
Sciascia" - Milano
"Orizzonti" Fondazione GIORGIO ClNI - Venezia 2001
Contemporary Art Center - Utrecht (Olanda) Libreria Bocca - Milano
Galleria Salamon - Milano
Galleria Fògola - Torino

2002
Libreria Bocca - Milano
Galleria Del Tasso - Bergamo
Mimesis et inventio - Panorama Museum Bad Frankenhausen (Germania)
Galleria Ducale - Vigevano
Centro di Studi Italiani in Zurigo (Svizzera)

2003
"Contaminazioni" Galleria Agfa - Milano
Galleria Studio 10, S. Martino d'Argine - Mantova
Libreria Bocca - Milano
Concept Art Gallery - Pittsburgh (USA)
"Lagune" S. Clemente Palace - Venezia

2004
"Canti di terra" Galleria Del Tasso - Bergamo
111 Biennale dell'Incisione Italiana Contemporanea - Campo basso
Contemporary Art Center - HJ Laren (Olanda)
Concept Art Gallery - Pittsburgh (USA)
Galleria Salamon - Milano Antiquaria

2005
Galleria SantaMarta Arte Moderna e Contemporanea - Milano Istituto
Italiano di Cultura - Wolfsburg (Germania)
Contemporary Art Centre - HJ Laren (Olanda)
Sa Biennale di Grafica - Castelleone (Cremona)
30 Biennale di Grafica - "Premio Santacroce"

2006
Galleria Salamon - Milano
Galleria Sant'Angelo - Biella
MIART - Milano
Gallena Forni - Bologna
Galleria Gabriele Cappelletti - Milano
Galleria Arianna Sartori - Mantova
Concept Art Gallery - Pittsburgh (USA)
"Generazione Anni 40" - CivIco Museo "Pansi Valle" - Maccagno (VA)

2007
"Stage" - Seaside Florida (USA)
Concept Art Gallery - Pittsburgh (USA)
"Generazione Anni 40" - Spazio GuiCCIardini - Milano
"Generazione Anni 40" - Museo d'Arte Moderna - Gazoldo (M N) "per vedere
lontano/per guardare vicino" con Ray Gindroz - Pienza (Siena)
Galleria Sant'Angelo - Biella - (Arte & Natura)
Galleria Antonella Bensi - Milano

2008
Galleria 44 - Torino
Acquisizloni 2008 - Museo ParisiValie -Maccagno (VA)
Alba D'arte - Arte Parma
Civica Raccolta Stampe A.Bertarelii - Castello Sforzesco - Milano (Grafica)
IX Biennale Grafica - Città di Castelleone
Museo di Amer (Girona) Spagna
Galleria Salamon - Fiera Verona
Galleria Alba D'arte - Brescia

2009
Provincia di Bergamo Sala Manzù "La linea d'ombra" – Bergamo

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